martedì 24 maggio 2011

E se il problema non fosse solo dalla parte di chi produce informazione?

Negli ultimi giorni, un paio di progetti hanno attirato la mia attenzione.

Il primo è della Mozilla Foundation e riguarda alcune cose su cui sto riflettendo da un po' (mesi), si tratta del progetto Drumbeat, nato per migliorare la creazione e la fruizione delle notizie, in collaborazione con importanti testate (The Guardian, BBC, Al Jazeera).

Il secondo è, invece, del creatore del sito icanhazcheezburger.com, famoso per le serie di LOLcats. Il progetto si chiama Moby Dick e si pone come obiettivo quello di stimolare la discussione su come vengono prodotte e mostrate le news. Ci sono degli schizzi interessanti di un'idea di layout.

A questo punto, però, mi domando: non è che per caso il problema non sia solo dal lato dei produttori di notizie, ma anche da quello dei consumatori?

Ritengo fondamentale, oggi più che mai, la nozione dell'impossibilità di fidarsi al 100% di qualsiasi fonte. Eppure, in un'epoca di virtuale sempre più imperante, è facilissimo vedere che le notizie vengono lette, credute e sbandierate senza neanche una basilare verifica dei fatti. Questo è pericolosissimo per chiunque, basta pensare a come possono reagire le folle (e i mercati) a voci incontrollate diffuse dai grandi media (che sempre più spesso le riprendono, da Internet, senza alcuna verifica).

Forse è importante, prima di modificare l'architettura dell'informazione, creare dei fruitori di informazione consapevoli dei limiti e dei pericoli dell'informazione creata da sconosciuti su Internet.

Questo strumento ha enormi potenzialità, ma come tutti gli strumenti potenti, necessita di una grande consapevolezza per essere usato a dovere.

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